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Fibromialgia: una malattia misteriosa

By 21 Febbraio 2020Febbraio 1st, 2023Benessere

In quest’articolo si parlerà di fibromialgia: cos’è; quali sono le cause che la generano e quali sono le raccomandazioni degli esperti per trovare sollievo.

“Come si sente una persona che ha la fibromialgia?” 

Un giorno spaccherebbe il mondo, l’altro si sente pervaso da un dolore lancinante che scorre dalla testa a piedi. Avverte il suo cervello come avvolto in una nuvola di cotone, dove anche attività apparentemente banali, come affrontare una conversazione, risultano complicate. Quando si tenta di capire cosa c’è che non va, risulta difficile individuare la causa o il motivo.

Ma partiamo col capire cos’è.

Possiamo immaginarla come una stanza perennemente in disordine in cui nemmeno lo schiocco miracoloso di Mary Poppins sarebbe sufficiente a fare ordine. Si manifesta con sofferenza e dolore lungo tutto il corpo, ed una sensazione di fatica durante tutta la giornata: ecco il disordine cronico. Talvolta i sintomi sono talmente gravi da invalidare i gesti che una persona quotidianamente compie ed interferisce con le normali attività solitamente svolte.

Coloro che studiano questa patologia, sostengono che i sintomi sono scaturiti da una disfunzione del sistema nervoso centrale. Quest’ultimo mette in connessione il corpo con l’ambiente esterno, ha un ruolo fondamentale per le nostre sensazioni sia sotto l’aspetto emozionale che fisico: ansia; depressione; gioia; eccitazione; sensazione di dolore; alterazione del ciclo sonno veglia. Proprio perché il sistema nervoso autonomo è coinvolto sotto molteplici aspetti, la fibromialgia può avere manifestazioni differenti in ciascuna persona.

I principali sintomi

Il sintomo numero uno è il dolore, può manifestarsi o essere percepito attraverso diverse sensazioni. Esso può essere suddiviso in due categorie: l’iperalgesia e l’allodinia. Nel primo caso vi è una maggiore risposta agli stimoli dolorosi, come potrebbe essere il caso in cui ci pestano un piede o un mal di testa avvertito come insopportabile. Nel secondo caso si avverte dolore a stimoli che generalmente non risultano dolorosi, un esempio potrebbe essere la pressione esercitata da un reggiseno. In quest’ultimo caso, il dolore è più “difficile da spiegare” e/o prevenire. Medaglia d’argento, invece, per la stanchezza fisica e mentale.

“Ho dormito tanto…perché sento ancora fame di sonno?”

Dunque sono due gli effetti cognitivi principali della fibromialgia (dolore e sofferenza) e prendono il nome di fibro-fog, che vuol dire nuvola e quindi ritorniamo alla nostra nuvoletta di cotone iniziale. Per la medaglia di bronzo competono altri diversi sintomi: scarsa qualità del sonno; problemi di elaborazione sensoriale (si pensi all’ipersensibilità all’odore dei profumi o dei prodotti per la casa; oppure al dolore causato da rumori forti); formicolio o torpore alle estremità; rigidità e indolenzimento muscolare; mal di testa; vertigini; depressione; scompensi digestivi (talvolta diagnosticati come sindrome del colon irritabile). Il grado di gravità di questi sintomi può andare da moderato a grave, vi sono inoltre casi in cui pazienti manifestano attacchi sintomatologici molto intensi. In questa grossa nube, però, c’è un aspetto positivo: non riduce l’aspettativa di vita.

Quali sono le cause della fibromialgia?

Ad oggi è ancora un’orfanella, ma qualche ipotesi è stata messa giù:

  • le donne sono esposte ad un maggior rischio di contrarla rispetto agli uomini;
  • nella maggior parte dei casi insorge tra i 30 e i 50 anni, ma in alcuni casi anche durante l’adolescenza o durante la vecchiaia;
  • pare ci sia una componente genetica, ossia se in famiglia è presente un membro con la fibromialgia qualcuno degli altri componenti è maggiormente predisposte a svilupparla nuovamente (c’è un rischio 8 volte maggiore per i parenti delle persone con fibromialgia);
  • alcuni pazienti fibromialgici riconducono gli inizi della patologia ad un evento traumatico;
  • i soggetti che si trovano in questa condizione sono maggiormente a rischio di infortuni, patologie, o anche difficoltà durante il parto o altri eventi;
  • gli studiosi riportano che i disturbi del sonno possono provocare la fibromialgia o acuirne i sintomi. A tal proposito è stato osservato che in alcuni paziente vi è una distorsione dell’onda SLOW-WAVE SLEEP. A supporto di questa teoria vi sono delle osservazioni condotte su persone sane che sono state sveglie tutta la notte in modo da ricreare la perdita dell’onda SWS; hanno riportato i sintomi tipici della patologia ed un’accentuata sensibilità al dolore.

I sintomi, come visto in precedenza, non sono causati da infiammazioni, né tantomeno da danni rinvenibili attraverso test specifici o esami da laboratorio, pertanto anche la diagnosi risulta complicata. Essa viene fatta in “maniera residuale” vale a dire per esclusione: i medici solo dopo aver escluso tutte le altre patologie parleranno di fibromialgia, dopo un’accurata anamnesi ovviamente.

Quali sono le strategie suggerite per intervenire?

Essendo “disordinata” ed “orfanella”, la fibromialgia non ha un’unica cura ma per essa vi sono diverse vie d’intervento.

  1. In primis i farmaci non sono necessari, perché nelle sperimentazioni su umani, hanno avuto un’efficacia limitata e talvolta anche effetti collaterali: sonnolenza, aumento di peso, e dipendenza dei farmaci. Nonostante ciò i pazienti fibromialgici utilizzano oppioidi e fans (farmaci antinfiammatori non steroidei). Anche alcuni farmaci anti-depressivi ed anti-epilettici possono combattere questa patologia; ma il loro utilizzo non è condiviso a livello globale. Ad esempio la FDA (Food and Drug Administration) negli Statti Uniti ne approva solo tre tipi, gli stessi che invece sono stati negati dall’Agenzia Medica Europea a causa dell’insufficiente efficacia quando equiparati al trattamento placebo.
  2. Stile di vita sano, dedicando tempo all’esercizio fisico, dedicandosi a tecniche di rilassamento e avendo cura del sonno. Da studi condotti è stato osservato come l’esercizio fisico è una delle migliori strategie per combattere la fibromialgia, seppure possa essere ostacolato dal dolore e dalla scarsità di energia. Ovviamente si raccomanda di partire con un livello blando di esercizio fisico, per poi integrarlo di intensità di volta in volta, anche per quanto riguarda il numero di allenamenti in una settimana. Imparare a rilassarsi adottando delle specifiche tecniche si è rivelato efficace nell’apportare benefici ad alcuni sintomi della patologia. Il lavoro sulla qualità del sonno è un’ulteriore “mossa” che può aiutare i pazienti a gestire i propri sintomi, nello specifico la fatica cronica. Per promuovere un sonno ottimale: bisognerebbe andare a letto e svegliarsi allo stesso orario ogni giorno; fare un bagno caldo 30 minuti prima di dormire; rilassare i propri muscoli e la propria mente; ridurre l’esposizione alla luce e ai rumori; mantenere fresca la propria camera da letto; limitare l’esposizione a luce abbagliante un’ora o più prima di dormire come la luce dei dispositivi elettronici.
  3. Terapia fisica e psicologica. A riguardo si vuole sottolineare come il lavoro svolto dai terapisti sia efficace nel fornire gli strumenti per rendere efficace il cambiamento dello stile di vita, divenendo così un supporto per il benessere emozionale, insegnando tra le altre tecniche per ridurre rigidità e dolore, per migliorare la mobilità e la salute. La psicoterapia aiuta i fibromialgici a gestire la relazione tra dolore e benessere o tra dolore e fatica cronica, in quanto possono condurre a depressione, ansia e frustrazione. Di conseguenza, stati emozionali negativi possono rendere difficile la convivenza con il dolore. Una forma di psicoterapia è particolarmente promettente: la terapia cognitivo-comportamentale. Quest’ultima ha apportato benefici modesti ai pazienti fibromialgici in diverse sperimentazioni cliniche.
  4. Infine ci sono alcune terapie complementari ed altri strumenti che aiutano la convivenza con la fibromialgia., tra esse sono annoverate: la chiropratica, i massaggi, creme topiche, integratori (tra cui gli omega 3); partecipazione a programmi e gruppi dedicati, in quanto la condivisione in una comunità di persone che comprendono cosa si affronta quotidianamente può rivelarsi utile ad adattarsi meglio alla patologia e quindi a conviverci più serenamente.

Conclusioni.

Non è semplice vivere con la fibromialgia, ecco perché occorre vi sia sinergia tra il paziente, il medico ed il terapista al fine di trovare trattamenti in grado di rendere meno pesante la convivenza. Ogni persona è diversa dall’altra, quindi un trattamento che per qualcuno può sembrare attenui la sintomatologia, per altri può rivelarsi fallace..

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