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Shinrin Yoku – bagno nella foresta

Storia e studi scientifici

Shinrin Yoku significa letteralmente bagno nella foresta, termine inventato ed introdotto dall’ente forestale giapponese, per sollecitare gli abitanti di grandi metropoli a ristabilire un contatto con la natura. Gli ideatori di questa pratica si sono ispirati ad una antica credenza che attribuisce alla foresta un potere terapeutico, senza conoscere i fondamenti scientifici, che in realtà esistono e sono numerosi.

Diversi studi condotti nel corso degli anni, hanno dimostrato che praticare il bagno nella foresta, quindi semplicemente camminare e stare a contatto con la natura, alberi, piante ecc.. migliora le condizioni del nostro organismo. Gli effetti positivi di questa pratica si sono evidenziati in modo particolare su soggetti con patologie sottoposti a cure mediche.

Gruppi di pazienti che oltre alle terapie farmacologiche sono stati sottoposti al bagno nella foresta, hanno riscontrato un miglioramento clinico generale. In particolare, una diminuzione della concentrazione di cortisolo nel sangue, una diminuzione della frequenza cardiaca e pressione arteriosa, un aumento dell’attività del sistema nervoso parasimpatico. Al contrario i gruppi rimasti in contesti urbani durante le terapie hanno riscontrato un aumento dell’attività del sistema ortosimpatico.

Altri studi più recenti focalizzati sui bambini in età infantile/adolescenziale, hanno evidenziato una correlazione tra l’aumento di problematiche come disturbi da deficit di attenzione, iperattività, obesità infantile, ritardi nello sviluppo di facoltà motorie e cognitive, ed un contatto molto limitato tra questi e la natura.

In questi ultimi anni le tecnologie hanno preso sempre più il sopravvento a discapito delle attività ludiche svolte all’aria aperta. I genitori grandi responsabili di queste dinamiche, purtroppo oppressi dai ritmi frenetici lavorativi e dai costi elevati di questa società, si trovano spesso costretti a rincorrere le giornate senza avere il tempo giusto da dedicare ai propri figli, sperimentando il contatto naturale insieme a loro.

 

Legame tra uomo e natura

In che modo, in termini pratici, la natura aiuta il nostro corpo?

Le piante in particolare le conifere, emettono dei composti organici volatili, in grado di proteggere gli alberi dai parassiti e garantire la purezza dell’aria. Respirare i fitocidi aiuta ad attivare il sistema immunitario, riduce inoltre il rilascio di cortisolo e noradrenalina. L’esposizione ai batteri, che proliferano nel suolo e che penetrano nelle nostre vie aeree o che entrano a contatto con la nostra pelle, produce un effetto benefico sul nostro sistema nervoso, stimolando la produzione di serotonina, neurotrasmettitore che regola e influenza stati d’animo, memoria, sonno e digestione.

Il terreno inoltre è ricco di lactobacillus bulgaricus, batterio contenuto nelle bevande probiotiche, che in genere vengono assunte per contrastare infiammazioni e prevenire lo stress ossidativo.

Come possiamo rendere questa pratica parte integrante del nostro stile di vita?

Molto semplicemente prendendola sul serio, ovvero non considerandola solo come una classica uscita al bosco una tantum, o una passeggiata al parco solo nei giorni di sole, quando non abbiamo impegni. Al contrario è importante organizzare periodicamente un contatto con la natura seguendo i ritmi delle stagioni. Quindi cercando di immergerci nei vari paesaggi almeno due volte al mese, per tutto l’anno. Anche quando le temperature sono più rigide, quando piove, quando nevica, quando è freddo. Rispettando sempre le tempistiche di ognuno di noi senza farlo diventare un ulteriore stress che si accumula a tutto il resto.

In pratica cosa dobbiamo e possiamo fare?

Una volta usciti dalla città possiamo scegliere un bosco, un torrente, una collina, un lago, una montagna insomma un posto dove la percentuale di urbanizzazione sia nettamente inferiore al mondo naturale. Prima di entrare simbolicamente in questi luoghi è importante rendersi consapevoli di ciò che stiamo facendo. Qualche minuto di silenzio ed una serie di respiri profondi possono aiutarci ad entrare in contatto con la natura stessa.

Porgere le mani ad un albero provando a percepire la sua energia, raccogliere una foglia da terra, immergere le mani nell’acqua di un torrente o strofinarle sul muschio, ci aiuta a capire che la natura è viva e possiede un’anima, proprio come noi.

Un prezioso consiglio

Lo Shinrin Yoku è alla portata di tutti, non ha un costo, non presenta controindicazioni. Può essere praticato in solitaria o in compagnia. Incrementa le potenzialità del nostro sistema nervoso, risveglia tutti i nostri sensi. Aiuta a limitare l’utilizzo dei dispositivi tecnologici, permettendo al cervello di riconnettersi al nostro cuore, facendo fluire pensieri ed emozioni che una volta cresciuti abbiamo forse dimenticato.

A cura di Francesco di Raimo