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Mangio poco… e non perdo peso!

By 5 Gennaio 2020Benessere

Mangio poco, sono sempre a dieta…E NON DIMAGRISCO!

 

“Nel corso della mia vita ho provato spesso a mettermi a dieta mangiando poco”;

“per perdere peso velocemente ho eliminato i carboidrati e fatto uso di bevande proteiche”;

“per un periodo ho seguito la dieta della mia amica ma avevo troppa fame e su di me non ha funzionato”;

“ho fatto la dieta del minestrone, poi quella dello yogurt ed infine quella dell’ananas, ma ad un certo punto non riesco più a sostenerle e le abbandono”

Molte persone dichiarano di aver adottato in passato una o più delle suddette “strategie” e si lamentano di non aver ottenuto i risultati sperati; infatti dopo una prima fase in cui si vede l’ago della bilancia scendere di giorno in giorno, si riscontra un blocco della perdita di peso. E, come se non bastasse, dopo la sospensione della “dieta” riprendono i chili persi con gli interessi (il famoso effetto yo-yo).

Qualcun altro, invece, dopo essere ingrassato nuovamente, oltre all’incremento di peso, ha cominciato ad accusare sintomi mai percepiti prima: stitichezza, colon irritabile, stanchezza protratta nel giorno, gonfiore generalizzato, cellulite, difficoltà digestive, dolori muscolari diffusi, irritabilità.

Allora.. perché non perdo peso?

perdita di peso

Il dimagrimento è un processo molto complesso ed è influenzato da una serie di fattori metabolici. Cerchiamo di capire insieme in cosa consistono le 4 teorie del dispendio energetico su cui si basano le variazioni ponderali (variazioni del peso corporeo).

  • TEORIA DEL BILANCIO ENERGETICO

Se assumiamo più calorie di quelle che ci servono, verranno accumulate sotto forma di grasso, se mangiamo di meno dimagriamo. Il concetto sembra “semplice” ma il nostro peso non è la semplice risultante tra entrate e uscite di energia.

  • TEORIA DEL “SET POINT”

Ogni organismo ha un peso corporeo stabilito, scritto in una parte del cervello e che, quando il corpo si discosta da quel peso, tende poi a regolare il suo metabolismo per tornare al valore iniziale. Secondo questa teoria gli sforzi di una dieta sono inutili dal momento che il corpo tenderà naturalmente a riacquistare il peso inizialmente perso. Per cui se una persona pesa 70 kg e cerca di dimagrire, tornerà sempre a pesare 70 kg.

  • TEORIA DEL METABOLISMO PARSIMONIOSO

Consiste nella naturale tendenza dell’organismo a risparmiare energia e predisporre l’individuo al deposito di grasso. Tale effetto è il risultato di tutte le strategie difensive, volte alla sopravvivenza, messe in atto dall’organismo nel momento in cui si trova a fronteggiare situazioni di forte carenza energetica (es. diete ipocaloriche, prive di carboidrati). In poche parole nel momento in cui cominciamo a “mangiare poco”, l’organismo non capisce che “vogliamo dimagrire”, bensì crede che nell’ambiente che lo circonda ci sia troppo poco cibo, per cui comincia a trattenere più energia possibile da quei pochi alimenti che mangiamo. E contemporaneamente “abbassa i consumi” per conservare il grasso che abbiamo accumulato sulla pancia o sui fianchi. Lo scopo? SOPRAVVIVERE!

  • TEORIA DELLO STRESS

Lo stress psicologico tende a farci ingrassare. I problemi familiari, le situazioni stressanti di lavoro, un lutto non superato, le forti delusioni, ma anche l’alimentazione ipocalorica (che rappresenta uno stress per l’organismo), creano delle reazioni ormonali che ci portano alla ricerca di cibo, pur non avendo fame… “tanto è solo un biscottino, che effetti potrà mai avere?”. Beh, questi sono dei chiari segnali di stress, per cui il cervello ci richiede zuccheri anche se abbiamo la pancia piena. Tali zuccheri verranno però trasformati velocemente in grasso.

Cosa fare?

Alla luce di tutto ciò, sembra spontaneo chiedersi: esiste una soluzione? Siamo destinati a rimanere per sempre in questa condizione fisica? Che senso ha fare tanti sacrifici per poi tornare al punto di partenza o, a volte, anche peggio di prima? Ebbene non c’è da disperarsi, le possibilità di miglioramento ci sono. Bisogna far capire all’organismo che “non vogliamo fargli soffrire la fame”, fornendogli tutti i nutrienti di cui ha bisogno nel momento giusto della giornata. Solo quando capirà di “non essere in pericolo di vita” e che gli garantiamo tutto il carburante necessario allo svolgimento delle sue funzioni, allora comincerà ad eliminare il grasso in eccesso.

A tale scopo è necessario seguire un programma personalizzato che preveda l’associazione di una strategia alimentare circadiana, ovvero che segua la produzione ormonale fisiologica, con esercizio fisico mirato, in grado di stimolare la produzione degli “ormoni del dimagrimento” e mantenere i risultati nel lungo termine.

 

 

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