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GENERAZIONI A CONFRONTO: SUPERSANTOS VS TIKTOK

L’attuale generazione di bambini e adolescenti, rispetto a quelle passate, necessita maggiore attenzione per quanto riguarda il movimento ed alcuni aspetti psicologici?

Vediamolo insieme

IERI ED OGGI

Negli anni ’60 possedere uno smartphone era fantascienza, i genitori lasciavano giocare i bambini per le strade del paese. Questi bambini quasi ogni giorno, dopo la scuola, giocavano nel quartiere con ragazzi di tutte le età. Calciare e correre dietro un Super Santos era tra le loro attività preferite.

Il tempo libero veniva usato per esplorare, annoiarsi ed escogitare giochi per vincere la noia; per mettersi nei guai e uscirne fuori. I bambini sognavano ad occhi aperti, leggevano fumetti o qualsiasi altra cosa volessero leggere (a parte i libri assegnati a scuola).

Nel 2023 alcuni genitori piazzano i propri figli davanti uno smartphone o un tablet per non farli annoiare. Molti adolescenti passano quotidianamente molte ore su TikTok, Instagram o YouTube per vincere la noia o per sognare la vita di qualcun altro. Restare per le strade del paese non è concesso a tutti i bambini e lo sport si pratica solo presso le società sportive.

Oggi il tempo libero viene spesso sprecato, è quindi giusto credere che le nuove generazioni siano e saranno formate da giovani sedentari, annoiati, inattivi e inadatti al gioco?

Secondo un‘indagine Istat del 2021, negli ultimi vent’anni è aumentata la percentuale di persone di età superiore ai tre anni che praticano attività fisica e sportiva nel tempo libero e di riflesso si è ridotta la percentuale delle persone inattive.

Durante la pandemia però la sedentarietà è aumentata, c’è stato un crollo nella pratica sportiva di bambini e adolescenti (3-17 anni), specialmente quella di tipo continuativo compensata soltanto in parte dalla pratica di qualche attività fisica svolta in modo destrutturato.

SOCIAL NETWORK TRA MENTE E CORPO

I social network, parte integrante della quotidianità, come influenzano la vita dei giovani? Aumentano le probabilità di sviluppare sentimenti di insicurezza e di inferiorità, oppure di rabbia e aggressività? I social sono dannosi per il benessere psicofisico dei bambini? Vanno condannati o vanno assolti?

Vedendo le differenze generazionali, molti adulti esprimono preoccupazione per la dipendenza da social media dei più giovani. Da genitore, ti sei mai chiesto come funziona il rapporto con queste piattaforme? Questa dipendenza potrebbe avere un impatto negativo sulla vita sociale e sul benessere psicofisico. Potrebbe portare allo sviluppo di problemi mentali come ansia, depressione o favorire la sedentarietà e l’inattività.

È importante notare come la letteratura sul tema sia limitata e non ci siano ancora prove definitive che usare i social causi dipendenza, problemi mentali o sedentarietà. Alcuni studi suggeriscono la possibilità che la dipendenza, quando presente, sia legata ad altri fattori come la qualità e la modalità di utilizzo dei social network.

Questo rapporto, individuale e personale, viene definito Digital Emotion Regulation, ossia il ricorrere agli strumenti digitali per gestire uno stato emotivo interiore, come ad esempio scaricare rabbia, disagio oppure noia. Ma anche felicità, o ancora la paura di essere disconnessi li vincola alla rete e in ogni momento controllano il telefono per restare aggiornati su qualcosa che potrebbero perdersi.  I social però non sono solo da incriminare. Possono essere utilizzati anche in modo positivo e consapevole, ad esempio come strumenti per l’apprendimento, per la crescita personale e per aiutare i ragazzi a superare alcune difficoltà.

Essere prudenti è essenziale, ma è importante non vietarne l’utilizzo perché non è la soluzione.

LA TEORIA DEL GIOCO

Oggi i bambini dedicano molto più tempo allo studio, riducendo il tempo in cui possono giocare da soli. Gli allenamenti sportivi organizzati hanno sostituito il gioco improvvisato e gli hobby sono stati sostituiti dalle attività extra scolastiche. Vedo sempre più genitori che vietano ai figli di uscire da soli, di alzarsi dal tavolo del ristorante per giocare con altri ragazzi. I motivi che hanno favorito questi cambiamenti sono diversi ma, nei decenni, il loro effetto è stato una continua e drastica riduzione delle opportunità per i bambini di esplorare e giocare a modo loro.

Le minori opportunità di gioco hanno favorito, nei giovani, una diminuzione dell’empatia e un aumento del narcisismo. Non sempre i bambini possono acquisire queste competenze sociali e questi valori a scuola, perché l’ambiente scolastico è spesso autoritario e non democratico.

Quando un bambino gioca non pensa di apprendere, pensa solo che sta giocando ma nel frattempo impara qualcosa: impara un movimento, costruisce uno schema motorio, impara ad assumersi la responsabilità di se stesso e della comunità, capisce che la vita è divertente, anche quando ti impone di fare qualcosa di difficile. Credo che il mondo dei giochi sia la palestra per imparare a diventare adulti, degli adulti migliori.


Con queste parole non sto demonizzando il gioco organizzato dagli adulti, voglio solo fornire uno spunto di riflessione. Se sei un genitore, se alleni o sei un insegnante, voglio accendere in te la curiosità di lasciare più tempo ai tuoi bambini per il gioco libero.

“Il gioco insegna le abilità sociali senza cui la vita sarebbe insopportabile. Ma insegna anche a controllare emozioni negative forti, come la paura e la rabbia. […] Togliendo il gioco, priviamo i bambini della possibilità di esercitarsi a essere adulti e creiamo persone che per tutta la vita si sentiranno vittime e dipendenti, con la sensazione di un’autorità che gli dice cosa fare e risolve i problemi al posto loro.”

Peter Gray

CONCLUSIONI

Qual è la strada giusta da percorrere?

Se vuoi aiutare le nuove generazioni a crescere, a diventare adulti coscienti e consapevoli ecco dei consigli. Non fare confronti con il passato, i tempi cambiano, questa è l’evoluzione e dobbiamo adattarci. I bambini devono passare del tempo di qualità, dialoghiamoci di più, ascoltiamoli in maniera attiva, interroghiamoli anche sulle loro attività online, proponiamo loro modelli positivi e insegniamogli ad imporsi l’autodisciplina. Educazione digitale, per aiutare a sviluppare abitudini sane quando si tratta di utilizzare i social media: è ad oggi un elemento imprescindibile. Ultimo, ma non per importanza… LASCIALI GIOCARE!

“Oggi i bambini non hanno più tempo per giocare tra di loro. La vita a scuola e nel tempo libero è gestita e organizzata dagli adulti. Ma solo giocando possono acquisire le abilità sociali che gli serviranno da grandi: ascoltare gli altri, essere creativi, gestire le emozioni e affrontare i pericoli.”

Peter Gray

A cura di Riccardo Filippi

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